In quasi un’ora di danza non c’è un gesto o un movimento ripetuto, i danzatori sono sempre davanti a qualcosa di nuovo (improvvisazione).
Evolvono la loro capacità di adattamento attraverso la danza nello stesso modo in cui da bambini abbiamo evoluto il nostro movimento funzionale. Provare, ricercare, sperimentare. E’ un accrescimento del sistema propriocettivo, del sistema nervoso, della resilienza….è crescita.
Continua esplorazione del “cosa è possibile, cosa non lo è” con conseguente risoluzione fluida di errori ed imprevisti che danno vita a movimenti creativi e unici.
I pattern (negazione del presente e quindi dell’improvvisazione) sono rari, spesso scomposti e sviscerati nelle loro infinite possibilità.
Non esiste un entrare ed un uscire dal movimento, qualunque momento sta nel flow della danza. E’ come se non uscissero mai.
I danzatori sono in continuo contatto (anche non fisico) e si influenzano usando una comunicazione legata al peso e movimento.
Il progetto personale non esiste, esiste l’intenzione e l’impulso, ma la risoluzione è condivisa. Non esiste l’invito (premeditazione).
Non c’è nessuna forzatura nel voler fare andare le cose secondo l’idea dell’individuo.
Per improvvisazione si intende in senso generico l’atto di creare qualche cosa mentre la si esegue.
Vuol dire essere nel presente, nel qui ed ora, nell’imprevisto offerto dal partner, nel gioco.
Non è convenzionalmente bello, non può esserlo, proprio perchè la forma ha un focus esterno rispetto all’ esperienza.
E’ sul filo del rasoio di cosa può funzionare e cosa no, perchè è proprio in quello spazio di non confort che si evolvono i sistemi, che si crea il nuovo. Non si fugge dallo scomodo, si sta lì per vedere cosa porta. Non si cede alla tentazione di riportare al conosciuto. E’ ricco di momenti di indecisione, di sospensioni che attendono un impulso per risolversi.
Anche l’accettazione di ciò che non funziona viene risolto in condivisione e in fluidità e mai considerato un errore, anzi come nuove informazioni da esplorare.
C’è curiosità sul cosa può venire fuori, come la sorpresa di un regalo che mai si giudica per bellezza o bruttezza.
E’ arte. E’ creatività.

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